PREANNUNCI DEL ROMANZO NELLO SVOLGIMENTO SPIRITUALE ED ARTISTICO DEL MANZONI DEL 1821
6. Preannunci del romanzo in altre opere minori.
L'Adelchi è in parte anteriore (nella concezione), in parte posteriore all'inizio della prima redazione del romanzo; anteriori a questa data sono chiaramente le Osservazioni sulla morale cattolica (1819), e la Lettre à Monsieur Chauvet sur l'unité de temps, de lieu et d'action dans la tragèdie, elaborata nel 1820.
Le Osservazioni sulla morale cattolica, pubblicate nel 1819, scritte per difendere, in polemica con lo storico Sismondi, i principi fondamentali della morale cattolica, interessano, dal nostro particolare punto di vista, sotto molti aspetti, poiché sotto molti aspetti preannunziano il romanzo. Sono una prima vasta opera manzoniana in prosa italiana, anche se si tratta di prosa di riflessione e non d'arte; confermano l'importanza attribuita, su ogni altra cosa della realtà, alla religione, che costituisce la cosa «più seria» dell'uomo; chiariscono definitivamente il modo in cui lo scrittore intende la religione, come morale di vita (e perciò il romanzo potrà essere descrizione di vita); mostrano, come poi dimostrerà il capolavoro, che il Manzoni possiede una morale non generica, ma divenuta originale e personale, col metterne in forte rilievo taluni aspetti. Per la morale, e per le stesse trame di contenuto che il romanzo traduce in narrazione, dovremo non di rado citare le Osservazioni, ove esse si trovano esposte in forma logica. Cosi per le nuove soluzioni formali che danno vita al romanzo citeremo l'altra opera, scritta anch'essa quando è imminente la sua prima concezione, nel 1820, la Lettre à Monsieur Chauvet sur l'unité de temps, de lieu et d'action dans la tragèdie. Volto a giustificare il fatto che nelle tragedie sono state infrante le tre unità, il saggio in realtà espone le principali idee manzoniane sull'arte, in questo periodo che è il più fecondo della sua produzione. E' in particolare ricco di riferimenti, non giustificati tanto dall'andamento logico, quanto da una inclinazione segreta, e già fortissima, al romanzo, alla maniera in cui il Manzoni lo concepisce.
Le Osservazioni sulla morale cattolica, pubblicate nel 1819, scritte per difendere, in polemica con lo storico Sismondi, i principi fondamentali della morale cattolica, interessano, dal nostro particolare punto di vista, sotto molti aspetti, poiché sotto molti aspetti preannunziano il romanzo. Sono una prima vasta opera manzoniana in prosa italiana, anche se si tratta di prosa di riflessione e non d'arte; confermano l'importanza attribuita, su ogni altra cosa della realtà, alla religione, che costituisce la cosa «più seria» dell'uomo; chiariscono definitivamente il modo in cui lo scrittore intende la religione, come morale di vita (e perciò il romanzo potrà essere descrizione di vita); mostrano, come poi dimostrerà il capolavoro, che il Manzoni possiede una morale non generica, ma divenuta originale e personale, col metterne in forte rilievo taluni aspetti. Per la morale, e per le stesse trame di contenuto che il romanzo traduce in narrazione, dovremo non di rado citare le Osservazioni, ove esse si trovano esposte in forma logica. Cosi per le nuove soluzioni formali che danno vita al romanzo citeremo l'altra opera, scritta anch'essa quando è imminente la sua prima concezione, nel 1820, la Lettre à Monsieur Chauvet sur l'unité de temps, de lieu et d'action dans la tragèdie. Volto a giustificare il fatto che nelle tragedie sono state infrante le tre unità, il saggio in realtà espone le principali idee manzoniane sull'arte, in questo periodo che è il più fecondo della sua produzione. E' in particolare ricco di riferimenti, non giustificati tanto dall'andamento logico, quanto da una inclinazione segreta, e già fortissima, al romanzo, alla maniera in cui il Manzoni lo concepisce.